di Francesco Rughi – Grazie alla sua collocazione al centro del mondo, l’Ecuador è uno dei 7 Paesi megadiversi del pianeta, ovvero tra i più ricchi di biodiversità e endemismo. Nonostante la sua piccola dimensione (256 Km quadrati, l’Italia ne conta 301), in Ecuador si trovano “4 mondi” allo stesso tempo: la costa dell’Oceano Pacifico, la cordigliera delle Ande, la regione amazzonica nell’est del Paese e l’incredibile arcipelago vulanico delle isole Galapagos. Naturalmente ciascuno di questi “mondi” è molto complesso, si possono suddividere in categorie minori e ciascuno ha una biodiversità propria, unica e molto importante per l’intero pianeta. Alcuni mesi fa, durante un viaggio sulla costa del Pacifico, nella località di Puerto Lopez ho avuto l’opportunità di vedere personalmente una delle bellezze di questo Paese. Una mattina, con la mia collega di Servizio Civile, ci imbarchiamo con la speranza di avvistare megattere (Megaptera novaeangliae). In Ecuador si dice che questi meravigliosi animali siano cittadini ecuadoriani, in quanto, durante la loro migrazione, tra luglio e ottobre, scelgano le coste ecuadoriane per riprodursi e allevare i balenotteri. Questo ci ha permesso di ammirare i giovani maschi fare incredibili salti, per allenarsi ai rituali di accoppiamento. Poi, all’improvviso, sono apparsi le pinne e i dorsi degli adulti, lasciandoci senza parole.

Un altro luogo di grande importanza è la foresta tropicale dell’Amazzonia que è considerata l’ecosistema con maggior biodiversità della Terra. Ti rendi subito conto della sua potenza e importanza, qui tutto è vita. La Provincia di Sucumbios, dove sto svolgendo il mio servizio civile, conserva alcuni angoli di bellezza: dal freddo del paramo delle montagne andine fino al calore e all’umidità della selva. In questa regione, a inizio degli anni ’70, si è sviluppata la città di Nueva Loja, attuale capitale provinciale. Nueva Loja appartiene al Cantone di Lago Agrio, che prende il suo nome in memoria del primo pozzo petrolifero realizzato in Amazzonia nel 1967 quando si diede inizio all’era petrolifera ecuadoriana e, di conseguenza, alla trasformazione dei centri abitati e della stessa natura. In questa regione ci sono numerose popolazioni indigene che parlano 5 lingue diverse, le più conosciute sono: Cofan, Siona, Secoya, Shuar y Kichwa. Ciascuna comunità mantiene la propria forma di vivere, con regole e riti diversi in base alle proprie credenze. Per esempio, una comunità kichwa è esclusiva, ciò significa che i matrimoni sono permessi solo tra persone della stessa comunità; in caso contrario, l’esilio è la punizione, gli stranieri sono visti come una minaccia per l’integrità della comunità. Altre comunità, come i Cofan, invece sono inclusive; i matrimoni con persone straniere sono permessi. In questi primi sei mesi di servizio ho avuto l’opportunità di lavorare in due scuole di comunità kichwa, facendo orti comunitari e laboratori di educazione ambientale. Si nota immediatamente come questi bambini siano in connessione con la natura che li circonda, al punto da farmi sentire un principiante in questo mondo.

Queste antiche popolazioni indigene vivono situazioni complicate: qualche giorno fa ho conosciuto una signora indigena e parlando di varie problematiche che affliggono la sua comunità mi racconta che la comunità sta producendo moltissimo grano, quasi 30mila tonnellate all’anno, però non ci sono mezzi per trasportarlo ad altre città per mancanza di soldi. Prima di salutarmi, mi sussurra: “Per il trasporto non ci sono soldi, però per l’alcol sì! Sfortunatamente questa è la dura realtà”.
Tutti gli elementi naturali, la terra, l’acqua, l’aria, la flora e la fauna, così come il patrimonio culturale delle popolazioni indigene in Ecuador è protetto dalla Legge Amazzonica. Dal 2008, l’Ecuador è diventato il primo Paese al mondo a riconoscere i diritti della Natura, fatto che mi ha molto sorpreso in positivo, tanto da farmi nascere il pensiero che la natura possa essere considerata come un individuo, come una persona che ha i propri diritti da rispettare. La Costituzione della Repubblica dell’Ecuador riconosce e garantisce due diritti costituzionali alla Natura: il primo è il rispetto integrale alla sua esistenza, ovvero la Natura o “Pacha Mama” è dove si produce e realizza la vita ed ha il diritto alla conservazione e rigenerazione dei suoi cicli vitali, strutture, funzioni e processi evolutivi. Tutte le persone possono esigere alle autorità pubbliche il compimento dei diritti della natura.
Il secondo, invece, enuncia che la natura ha il diritto alla restaurazione, ossia in caso di impatti ambientali gravi o permanenti, inclusi i casi di estrazione di risorse naturali, lo Stato stabilisce i meccanismi più efficaci per eliminare o mitigare le conseguenze ambientali nocive. Nonostante ciò, tutto le persone hanno il diritto a beneficiare dell’ambiente e delle sue ricchezze naturali che consentano di vivere rispettando tutte le forme di vita.

L’Ecuador è un Paese pioniere in materia, ha una grande responsabilità nella costruzione della teoria dei diritti della Natura, considerandola come un individuo. Questo è un concetto che dall’inizio della mia esperienza mi è entrata in testa e nel cuore e mi piacerebbe condividerlo con più persone possibili: la Natura ha una sua identità e dev’essere rispettata.